60° anniversario del raid Artico Lualdi

Nel 1953 Maner Lualdi organizzò, e realizzò una nuova impresa, assieme a Max Peroli, un Raid Artico Scopo della spedizione giornalistica e cinematografica fu quello di ricordare il 25° anniversario del sacrificio di Roald Amundsen, scomparso a 56 anni con altri coraggiosi nel Mare di Barents, nell’opera di soccorso ai naufraghi del dirigibile “Italia” al Polo Nord.

Il volo prese il via da Milano Linate, con prima destinazione Parigi (piccolo aeroporto di Toussus le Noble), poi a Bruxelles (aeroporto di Grimbergen), ad Amsterdam, a Copenaghen (aeroporto Kastrup il 9 aprile) ad Oslo (aeroporto di Fornebu), con incontro con il generale Larsen (che era stato pilota di Roald Amundsen) a Trondheim, alla base di Bardufoss, quindi a Tromso.

Il progetto per il volo dell’aereo monomotore (Ambrosini modello S 1002 biposto da turismo, con motore Alfa Romeo a 4 cilindri da 140 cv. del tipo 110 Ter Polo, ed era dotato di tre carrelli con due sci ciascuno) battezzato Girfalco (dal nome di un uccello della famiglia dei falconidi) dotato di un motore da 158 CV, fino al punto più settentrionale della Norvegia. prevedeva, nel periodo tra il 20 e il 30 maggio, un volo unico con traversata del Mare di Barents e, via Isola degli Orsi, passaggio sulle isole norvegesi Svalbard con puntata verso il Polo Nord, e ritorno sulla stessa rotta

Inoltre la spedizione fu appoggiata dal viaggio di una Matta (auto Alfa Romeo tipo jeep) attraverso le capitali europee che trasportò le attrezzature e quanto altro necessario all'impresa.                                                                                                                       

Attraversato il Circolo Polare Artico in nave, la camionetta milanese condotta da Giuseppe Belloni e Giuseppe Manfredi della Incom, raggiunse la base di Bodø (la seconda città più grande della Norvegia settentrionale) da dove il piccolo aereo, compì l’eccezionale impresa percorrendo in totale più di tremila chilometri senza scalo, sorvolando per due volte il mare di Barents e atterrando all’aeroporto di Lakselv, Banak, a 70° di latitudine nord.

Sulla zona nella quale si riteneva fosse scomparso Amundsen vennero gettati fiori e medagliette benedette dal Papa.

Tale evento gli valse, nel 1954, una medaglia d'oro ed è puntualmente ricordato in “Silenzio bianco. Cronache dell'Artico”.

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